"La voce è una cartina tornasole dello stato generale di salute", spiega l'esperta alla quale si affidano artisti internazionali. Dal reflusso, ai dolori cervicali e al mal di testa, sono molti i disturbi legati a doppio filo con 'l'ugola'. Raucedine e groppo in gola campanelli d'allarme
Milano, 16 apr. (AdnKronos Salute)
In principio c'è la raucedine, con il bisogno irresistibile di tossire di continuo per schiarirsi la gola. Oppure c'è quel groppo in gola che proprio non va giù, che spinge a deglutire compulsivamente e lo stesso non scompare. La 'voce malata' si presenta così e molte volte nasconde problemi che, almeno in apparenza, con la voce non c'entrano: dai disturbi muscolari o vertebrali, fino a quelli digestivi.
Gli addetti ai lavori le chiamano 'disfonie', un'epidemia in crescita nella società frenetica dei rumori che stordiscono, del cellulare con cui parlare h24, degli stili di vita a rischio e dello smog che a periodi torna a stingere la sua morsa. Ma se i fattori ambientali pesano, e non poco, "di frequente quando la voce non esce o esce male la ragione va cercata altrove: un reflusso gastro-esofageo, una cefalea, una cervicale, un torcicollo, un colpo di frusta. Possono essere la causa o l'effetto, perché la voce è una cartina tornasole dello stato generale di salute", spiega all'AdnKronos Salute Valentina Carlile, l'osteopata delle star che sulla cura della voce ha costruito una carriera. Sono tanti i nomi illustri finiti sotto le mani dell'esperta. In curriculum vanta collaborazioni con tour organizzati da stelle del calibro di Madonna, Michael Jackson, Whitney Houston e Lady Gaga. Da quest'anno la giovane milanese, componente del direttivo Roi (Registro osteopati d'Italia), è iscritta alla Voice Foundation con base negli Usa a Philadelphia. E come membro dell'organizzazione è in prima linea negli eventi - 505 in 55 Paesi - che oggi 16 aprile, Giornata mondiale della voce 2015, chiamano a raccolta professionisti da ogni parte del mondo: otorinolaringoiatri, foniatri, logopedisti e osteopati 'dell'ugola' di cui l'italiana è pioniera. In campo anche artisti e insegnanti di canto, con esibizioni di singoli o accademie, relazioni e report su nuovi studi clinici. Le false diagnosi di 'disfonie isteriche' che spediscono il paziente dallo psicologo "Ad alterare la voce ci possono essere edemi, ulcerazioni, cisti o noduli alle corde vocali - elenca l'osteopata - A volte entrano in causa anche anomalie congenite. Ma nella totalità dei casi in cui nessuno di questi fattori o danni organici è presente, allora si parla di 'disfonia funzionale'. Significa che la biomeccanica fonatoria, cioè l'insieme di strutture e meccanismi che determinano e regolano l'emissione della voce, non funziona come dovrebbe". Il problema non è grave e tuttavia dilaga. "Affligge molti artisti e tantissimi lavoratori comuni: insegnanti, oratori, manager, venditori e istruttori di fitness". Quelli che scandiscono il ritmo e la sequenza degli esercizi con la voce, spesso altissima per farsi sentire oltre la musica. "Lavorano molto sulla muscolatura, ma a volte lo fanno in modo non coordinato". In pratica si innesca un circolo vizioso: "Il malfunzionamento delle strutture vocali altera e abbassa la voce, chi non può fare a meno di parlare di continuo si sforza per farla uscire, la muscolatura del collo si gonfia, il box laringeo ne risente ulteriormente e la voce peggiora invece di guarire". E questo nonostante i farmaci assunti: "Antinfiammatori in spray o compresse, se non addirittura antidepressivi. In molti casi infatti, quando alla base non c'è un problema organico le figure alle quali il paziente si rivolge danno la colpa allo stress o a disturbi dell'umore, e la persona che è già passata da otorinolaringoiatri, foniatri e logopedisti viene indirizzata allo psicologo o al medico della mente". "Di questo 60% di pazienti che arrivano in studio e magari si trascinano il loro problema da anni - testimonia però l'esperta - la quota di cosiddette 'disfonie isteriche' risulta di appena lo 0,4%. Nel restante 59,6% l'osteopata può aiutare, perché alla base c'è appunto un funzionamento scorretto dei vari componenti del tratto vocale. Riposizionandoli in modo adeguato, la voce guarisce" e il bisogno di medicine si riduce o scompare. Tanti i problemi legati a doppio filo con 'l'ugola', dal colpo di frusta al reflusso Non solo. "A volte - prosegue l'osteopata - ripristinando la corretta funzione del box faringeo, con grande stupore del paziente accade che anche altri disturbi non vocali si attenuino. Questo dipende dalle diverse e molteplici connessioni muscolo-tendinee e fasciali che collegano il tratto vocale ad altre strutture del corpo". Un esempio di legame a rischio è quello "fra cartilagine tiroidea e sterno: in questa zona ci sono dei muscoli che, se in contrazione, possono ostacolare un corretto funzionamento del diaframma e scatenare così problemi digestivi, pesantezza e reflusso. Oppure accade il contrario e i problemi di stomaco si ripercuotono sulla voce". Ancora: "Un dolore alla spalla, al collo o alla zona cervicale può dipendere dal disallineamento delle strutture vocali. Viceversa perfino un colpo di frusta può cambiare la voce, visto che la laringe si trova proprio all'altezza 'giusta'. Un altro sintomo frequentissimo è il cosiddetto nodo alla gola: può essere correlato a una particolare postura della laringe che, invece di scendere e risalire come dovrebbe, si blocca nella posizione più bassa". Proprio alla luce di queste 'relazioni pericolose', precisa l'esperta, "negli ultimi anni ho collaborato con foniatri e logopedisti. Sulla base di vari studi clinici condotti, è emerso infatti che il trattamento osteopatico può essere un valido aiuto nella risoluzione di questi disturbi. Anche per l'anno prossimo - conclude l'osteopata foniatrica - il mio obiettivo per il World Voice Day è spargere la voce tra i colleghi, facendo anche formazione, affinché sempre più operatori e pazienti sappiano quando il nostro lavoro unito a quello di altri può fare la differenza". L'agenda di Valentina è già piena di "corsi già prenotati anche fuori dall'Italia', e la sua speranza è che "presto possa coesistere la figura dell'osteopata in collaborazione con il foniatra. A Milano, nella terapia degli artisti, accade già e ne sono orgogliosa".