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Valentina Carlile Osteopata
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Osteopatia e Voce: Disfonia Spasmodica, storia di A.



A., 42 anni, si presentato ieri nel mio studio per avere una consulenza osteopatica per una disfonia spasmodica. Il disturbo vale di A. è presente da quasi tre anni. Il tutto è appunto iniziato circa tre anni fa con una laringite da raffreddamento. Da quel momento A. ha iniziato ad avere delle disfonie che si manifestavano in maniera sempre più frequente e regolare con delle rotture nella voce, il suono usciva ma a tratti. L’aggravamento era accompagnato da abbassamenti vocali. Quando si è presentato nel mio studio A. parlava e parla tutt’ora a bassa voce, questo perché per parlare in maniera ‘sonora’ deve esercitare un forte sforzo che gli comporta poi dolore di collo e gola. Ho chiesto ad A. se dall’inizio i peggioramenti stessero tutt’ora continuando o se fosse come ora da un po’ e mi ha risposto che sono 7-8 mesi che è così.

Nell’indagine A. ha riferito una cosa molto interessante: da sdraiato, con la testa molto reclinata riesce a leggere serenamente un libro, anche per un periodo prolungato di tempo.

Ho chiesto poi ad A. se fosse stato già da otorino/foniatra e mi ha risposto che ne aveva cambiati diversi i quali gli avevano detto all’inizio che potesse avere un’irritazione causata dal concomitanza di reflusso, poi un problema di iperpressione glottica, poi gli hanno fatto infiltrazione cordale di Botox, il tutto senza risultato e, ovviamente, anche le terapie farmacologiche sono state ‘provate’ tutte arrivando come ultima all diagnosi di disfonia spasmodica.

Sono passata quindi alla valutazione osteopatica. Partendo da un ascolto cranico, il cranio presentava un RLS con compressione OM a destra, associato ad uno LVS ++dx. La colonna cervicale era decisamente disfunzionale e rigida nel suo tratto medio ed inferiore, con marcata riduzione della curva. Il torace presentava clavicola e coste superiori sx in supero-anteriorità con conseguente riduzione di mobilità dei muscoli cintura del collo dallo stesso lato. il torace globalmente era molto rigido e l’escursione diaframmatica molto ridotta sia anteriormente che posteriormente.

Sono passata come ultima cosa a fare la valutazione laringea: l’osso ioide era in posizione corretta, mentre c.tiroide e c.cricoide erano in netta posizione di inferiorità. Ai test di mobilità con ausilio della respirazione si riscontrava un corretto funzionamento ioideo, anche se ridotto, mentre la tiroide e la cricoide eseguivano solo la flessione inspiratoria senza tornare in neutralità in espirazione.

Tutto ciò giustifica in pieno il perché dei suoi suoni interrotti ed estremamente bassi.

Osteopaticamente il trattamento si è composto di una normalizzazione cranica e del complesso torace-diaframma-addome seguiti di un lavoro della mobilità/sincronia del vocal box con attenzione particolare alle componenti muscolari sterno-cricoideo e sterno-tiroideo che erano fortemente responsabili di questa forte trazione verso il basso secondo uno schema funzionale ascendente a partenza toraco-addominale.

Al termine della seduta il cranio aveva recuperato la sua fisiologia anche se con mobilità ristretta e lo stesso anche il torace che comunque è rimasto molto rigido. Per quanto riguarda il vocal box, sono state recuperate le corrette mobilità delle singole componenti anch’esse ancora con forti restrizioni.

Prevedo che A. debba essere trattato di nuovo tra 2-3 settimane e nel mentre gli ho consigliato di eseguire per conto suo a casa gli esercizi di articolazione della lingua e dei suoni che gli erano stati insegnati dai vari logopedisti da cui era stato (8 mesi di logopedia per più di 60 sedute). Con quegli esercizi non aveva mai avuto alcun miglioramento ed anzi, aveva sempre affaticamento della gola. Ora sicuramente, visto che è più libero, anch’essi potranno apportare il loro contributo alla riuscita del recupero vocale.

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