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Valentina Carlile Osteopata
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Osteopatia e Voce: Edema di Reinke post-chirurgico, Storia di L.



L. donna di 79 anni, si è presentata nello studio di un foniatra con cui collaboro per una valutazione vocale su invio del suo otorinolaringoiatra. I disturbi lamentati erano: continuo sforzo vocale, raucedine e perdita di voce dopo l'intervento chirurgico per edema di Reinke.

Come riferitoci, L. aveva da due mesi una ingravescente raucedine con momenti di interruzione di voce, abbassamento vocale, toni più gravi, incapacità nel parlare ad alta voce quando ha deciso di rivolgersi al suo otorino. Gli fu diagnosticato un edema di Reinke che comportò un immediato intervento di chirurgico di 'stripping' di entrambe le corde vocali circa un mese prima della nostra consultazione.

Prima dell'intervento chirurgico L. non era stata inviata da un logopedista, e nemmeno dopo. Gli fu solo consigliato di stare a riposo vocale completo per 2 giorni interi dopo l'intervento.

Quando poi riprese a parlare si rese conto che c'era afonia e ancora, un'importante raucedine e il tutto tendeva a peggiorare man mano che L. usava la sua voce.

Una nuova ispezione laringoscopica effettuata 1 settimana prima della nostra consultazione ha rivelato progressi nella guarigione cordale con gonfiore residuo di entrambe le corde.

A questo punto l'otorino le ha consigliato la logopedia.

Prima dell'intervento L. aveva una storia di fumo di 45 anni (1 pacchetto/die) e non aveva mai smesso. L'assunzione di caffeina era stata stimata di 4 caffè/die. Era buona l'assunzione di liquidi privi di caffeina. L. assumeva ed assume tutt'ora degli anti ipertensivi. Non beveva e non beve alcolici. Nessun sintomo di reflusso laringo-faringeo, non episodi allergici.

L. ha iniziato a lavorare all'età di 10 anni. E' sposata ed ora non lavora più. Ha riportato vari episodi di stress coniugale che sono stati peggiorati dai suoi problemi vocali avvenuti in concomitanza con la perdita di udito del marito, il che ha impattato in maniera negativa la loro capacità reciproca di comunicare.

Quando si è presentata a consulto dal foniatra con cui ho collaborato, questi si è subito adoperato per una nuova ed aggiornata valutazione vocale. Il range attorno alla frequenza fondamentale copre un intervallo di 114-380Hz, circa 14 note piene, che è sotto i limiti normali.

La frequenza della parlata abituale (Speaking Fundamental Frequency SFF) è stata stimata di 131Hz ma fluttuante.

Percettivamente, su una scala di gravità a 5 punti, il livello era 3, corrispondente ad una deviazione moderata. La SFF non rientra nei limiti normali per età e sesso. La frequenza di perturbazione era 5.41, valore che supera abbondantemente i limiti normali e porta ad una valutazione di voce disfonica.

In una scala di gravità a 5 punti (GRBAS), la raucedine è stata valutata 4 (moderata-severa) mentre la soffiatura 2 (lieve-moderata). Capitavano spesso interruzioni di voce e duri colpi di glottide. Nel complesso la voce è stata valutata 4 come livello di gravità (moderata-severa).

Il tono di voce era appropriato per la stanza in cui è stata effettuata la valutazione ma si esauriva man mano che parlava. Nel momento in cui cercava di alzare il volume aumentava lo stridore.

Esaminando poi la respirazione addominale si è riscontrato che la durata massima della fonazione per una /a/ era di 12 secondi, che rientra nella normalità per età e sesso. La /s/ e la /z/ invece erano di 20sec e 13sec che invece non rientrano nei limiti.

Per L. erano sforzi eccessivi e difficoltosi: gridare e ridere, parlare e urlare, parlare troppo, tossire e schiararsi la gola.

E' stato applicata poi la valutazione soggettiva di L. con la scala VHI (Voice Handicap Index) che mira a studiare l'impatto causato dalla voce in tre aree: fisica, emozionale e funzionale. La valutazione ha dato risultato 76/120 così distribuiti: 27/40 fisica, 25/40 emozionale, 24/40 funzionale.

La risonanza e l'articolazione erano nella norma senza disartrie.

A questo punto io e il foniatra abbiamo approntato una terapia che prevedeva alcune indicazioni, un esercizio e il trattamento osteopatico. Nello specifico L. è stata invitata a parlar in modo per lei comodo, e senza fischiare. Le è stato consigliato di eseguire più volte nell'arco della giornata esercizi di 'humming' (con lettera /m/) cercando sentire le vibrazioni in bocca e a livello del naso, per cercare di abbassare e riportare in neutro la laringe. Osteopaticamente è stata fatta una valutazione globale della paziente che ha portato a ridurre alcuni schemi funzionali 'disfunzionali' e nello specifico laringeo sono state eseguite delle tecniche che in statica che in dinamica (utilizzando anche e vocali come per accordo pneumofonico) mirassero a rendere il più integrato e funzionale il sistema laringeo nelle sue componenti di discesa e risalita e di basculla anteriore e posteriore, il tutto con un monitoring costante del tripode fonatorio (C0-ioide-mandibola) e delle sue implicazioni con le trazioni viscerali discendenti.

Dopo 2 mesi e mezzo di terapia con trattamenti a cadenza 15-20 giorni L. ha recuperato la sua funzionalità vocale e tutt'oggi (dopo 6 mesi) riesce serenamente a relazionarsi.

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